Anal Training…Conseguenze

“Batti il ferro quando è caldo”. Questa è una delle mie regole… perché anche io ho delle regole. Anzi, forse ne ho più io che una soumise. Regole, dettami, dogmi.

Mauro è a calcetto e prima di mezzanotte non tornerà all’ovile. Partitella prima pizza dopo, quindi non hai problemi ad allontanarti di casa per un po’. E a me bastano una manciata di minuti.
Ti vedo uscire dal giardino e tirarti dietro il cancelletto di ferro; Ralph accenna un guaito, ma tu lo zittisci. Vieni verso la mia macchina, in fondo al vialetto, sali ed io parto.
– Buonasera, Monsieur – dici, ma non hai il coraggio di voltarti verso di me e guardi, senza vedere, la strada buia davanti.
Ti rispondo con un piccolo grugnito. Sto pensando.
Parcheggio dietro al vecchio capanno alle spalle della chiesetta; c’è solo una strada per andare e tornare e in quel punto si è protetti da sguardi indiscreti e allo stesso tempo si riesce a monitorare la zona per un ampio raggio.
Tre, quattro minuti di viaggio e tu non hai aperto bocca, anche se ti ho vista un paio di volte sbirciarmi con i tuoi enormi occhi neri.
Spengo il motore e tiro il freno. Ora il topolino è in trappola. Vediamo come te la cavi.
Mi guardi (finalmente), sorridi e mi fai gli occhioni manga.
– Non ti ho sentito tutto il giorno, Monsieur – miagoli.
– Sapevi che avevo da fare. –
– Credevo fossi arrabbiato…
– Dovrei esserlo? – ti rimpallo. Sorrido, ma sai che non puoi fidarti dei miei sorrisi.
– Credo…credo di si.- ti sbilanci.
– Credi? E cosa te lo farebbe credere? – Sono curioso di scoprire quanto riesce ad esporsi.
E tu, tenti il tutto per tutto.
– Cioè, io…penso che sia giusto che tu sia arrabbiato con me… – prendi tempo mentre elabori una strategia. Deformazione professionale, vero? Prevedibile, però.
– Insomma, lo so che tu mi avevi detto che era meglio saltare l’allenamento oggi… – Ecco ora parte con il colpo di coda -…però…-
– Però? – e le sorrido ancora.
– Però non è che tu me lo hai proprio vietato… –
Nella mia città una come te viene definita una “che vò vince o vò pattà” (una che o vince o pareggia, ma non accetta di perdere), ma con me non hai speranze.
– Io ho pensato di poter scegliere se farlo o meno e so bene quanto tu apprezzi che io mantenga sempre morbido ed elastico il mio buco e blabla blablabla blablabla…
Non ti sento più. Quando vieni posseduta dallo spirito di Ally McBeal spengo l’interruttore; non mi lascio travolgere dai tuoi torrenti di parole e tanto meno confondere. Forse con gli altri funziona, ma con me…
Alzo la mano destra, tu capisci e taci.
– Non ti punirò per questo. – dico in tono pacato.
Ti lascio senza parole (strano ma vero). Mi fissi con la bocca semiaperta, cercando di realizzare il senso della frase.
– Hai capito bene – continuo – Non ti punirò per questo. – E mi volto a restituire lo sguardo.
– Ma io credevo…pensavo..
– Sai bene che a me non piacciono le “bambole di pezza”. Voglio che la mia cagnetta da monta mantenga una sua personalità, pur smussandola ed adattandola alle mie esigenze. – le spiego.
– Lo stesso dicasi del “libero arbitrio”…anche se questo non vuole dire che tu possa tranquillamente fare quello che cazzo ti pare, quando cazzo ti pare. –
Uso un tono asciutto per essere di facile comprensione.
– Questo vale anche per il tuo Addestramento. E’ vero, non ti ho dato ordini in merito, ma visto che sono il tuo Educatore credevo tu intuissi che se ti sconsiglio di fare qualcosa è perché sono conscio delle conseguenze che potrebbero esserci in conseguenza dell’atto.
– Forse credi che io non sia un buon Maestro?
– No, no, no! Assolutamente! – quasi lo gridi agitando le mani. – In questi tre mesi grazie a te ho scoperto cose che neanche immaginavo! E’ bellissimo essere tua e quello che dici per me è oro colato. –
– Non sembrerebbe. – appunto con un sospiro. Tanto per farti sentire un po’ in colpa.
Breve sacca di silenzio. Ti guardi le mani. Hai l’aria preoccupata.
– Quindi non mi punirai?… – azzardi. Sembri quasi dispiaciuta.
– Ho detto che non ti punirò per questo. – chiarisco – Ti punirò per una cosa ben più grave. –
Anche con l’abitacolo invaso dalle ombre ti vedo impallidire. E calo l’ascia.
– Ti punirò per aver abusato di una cosa non tua, con il rischio di danneggiarla. –
Stringi le labbra fino a farle divenire un taglio sull’ovale bianco del viso.
– Quello che hai mi appartiene. Quello che sei mi appartiene. Tu mi appartieni. –
– Hai da replicare anche su questo? –
Fai cenno di no con la testa. Ti tremano un po’ le mani ma scommetto il mio prossimo stipendio che tra le gambe sei bagnata fradicia. Se ti sto crescendo bene sarà certamente così.
– E’ giusto… – sussurri – …è sacrosanto… –
– Bene, chiarito questo… – dico carezzandole la testa – Fammi un po’ rilassare, da brava cagnetta…e usa la bocca per qualcosa di più utile che straparlare… –
Fai un gridolino di gioia, ti pieghi verso di me e t’incasini un po’ per tirarlo fuori. E’ già duro e s’incastra prima nei boxer e poi sulla stoffa del pantalone, ma appena è fuori dalla patta non gli dai nemmeno il tempo di prendere un po’ d’aria e lo ingoi con entusiasmo cercando di arrivare con le labbra fino ai coglioni.
Mi accendo una sigaretta e mi metto comodo. Ti ci lascerò giocare per una decina di minuti prima di riportarti a casa.

Ora devo solo decidere la punizione. In questi mesi hai solo commesso “peccati veniali”, inevitabili incidenti di percorso, quindi non è il caso di andarci giù pesante ma, allo stesso tempo, dovrò essere incisivo per aggiungere un bel pilone solido nelle fondamenta del concetto di Appartenenza.

P.S. era veramente bagnata fradicia…

toygirl

17 pensieri su “Anal Training…Conseguenze

  1. E’ spiegato sul post “Training”. Venerdì avevo spinto parecchio sull’uso e l’abuso del suo culo; sapevo che sforzarlo ulteriormente sarebbe stato controproducente. Ed infatti…
    E lei sa benissimo che il “suo” culo deve essere sempre pronto a soddisfare le mie voglie ed i miei capricci.

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  2. Interessante visione, interessante racconto riportato. Non capita mai di leggere pensieri ed idee così vicine, così ben narrati quei momenti particolari. Eppur mi sorprendo, positivamente.

    Dalia

    Dalia & S.

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  3. non ti sei giocato lo stipendio, ma alzare la posta in gioco sapendo di avere le carte giuste è come rubare le caramelle ai bimbi.
    Mi son fatta un po’ di letture, il sonno tarda sto giro, domattina me ne pento.
    Provo tenerezza per la donna, le sorrido da lontano chiunque essa sia: un giorno lontano e futuro capirà la vera regola che farà scemare il vostro gioco 🙂

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    • Se questo fosse un “gioco” potrei anche darti ragione.
      Se questo fosse un gioco…
      P.S, la prossima volta fai una bella dormita invece di leggere le mie scempiaggini e avventurati in argomenti di cui non conosci praticamente nulla.

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      • la presunzione fa commettere grossi errori, hai ragione: mi son passata un termine (gioco) che quindi vostro non è, ma toglimi una curiosità, come lo definite?
        Ps.: leggo perché hai una bella prosa e perché trovo storie passate, non tue 😉

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  4. Lo definirei “stile di vita”. Anche se non vado in giro tutto il giorno con la frusta in mano…
    P.S. ti ringrazio per i complimenti sulla mia prosa anche se le storie che racconto sono reali e Mie.
    Indissolubilmente Mie. “Vissutamente” Mie.

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